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Recensione Fiat Punto Evo - opinioni prova auto lettore zero

Recensione Fiat Punto Evo - opinioni prova auto lettore zero

Le opinioni di guida, sugli interni auto e i perché dell’acquisto dell’auto Fiat Punto Evo - recensione del lettore zero
Perché l'ho comprata o provata - Questa Punto Evo ho potuto viverla per qualche giorno, in quanto auto sostitutiva fornitami dalla concessionaria presso la cui officina ho lasciato la mia auto per alcune operazioni di manutenzione. Si tratta di una 1.2 Fire 65 cv, in configurazione 5 porte e allestimento Dynamic, immatricolata il 31 dicembre 2009 e con all'attivo 72.000 km. Tenuta benissimo sia nella carrozzeria che negli interni. Alla sua guida ho percorso esattamente 1297 km.Gli interni - La prima sensazione che si prova, entrando sulla Punto Evo, è quella di spazio e ariosità: l'abitacolo molto luminoso e le superfici vetrate piuttosto ampie ti accolgono benissimo. Una volta seduti al volante, la posizione di guida a te più favorevole la trovi pressoché subito, grazie a regolazioni di volante (regolabile in altezza e profondità) e sedile molto ampie. Se un appunto si può fare al sedile, è quello di non trattenere molto in curva durante la guida allegra: fianchetti più pronunciati non mi sarebbero dispiaciuti. Colpiscono gli ottimi assemblaggi di plancia e pannelli porta, assolutamente privi di disallineamenti e sprofilature. La plancia, molto grande e profonda, trasmette poi una sensazione di solidità e robustezza. Peccato per i materiali impiegati: plastiche completamente rigide, sia pure dalla superficie ben rifinita. In questo senso, l'anzianità decennale del progetto emerge in tutta la sua evidenza. A parte questo, però, nel complesso è un'ottima plancia: ergonomica, ben organizzata, gradevole alla vista (anche se ormai invecchiata nello stile), completamente priva di cigolii e rumorini molesti. La consolle presenta degli inserti laccati che se, da un lato, impreziosiscono l'insieme, dall'altro sono causa di fastidiosi riflessi che, in alcune condizioni di luce, possono rendere difficile la lettura del display dell'autoradio, proprio a causa della superficie lucida e inclinata dello stesso. Passando dalla plancia ai pannelli porta, la musica non cambia: anche qui assemblaggi ottimali e componenti color alluminio ad arricchire lo stile, ma plastiche rigide ormai datate. Alcuni (leggerissimi) cigolii iniziano a far capolino dall'interno dei pannelli: la cosa mia ha un po' stupito, considerato il fatto che possiedo anche una Panda 2 del 2004 che, dopo 220.000 km, è assolutamente priva di cigolii in plancia come nei pannelli porta. Piacevole l'inserimento di led a luce arancione nelle nicchie delle maniglie di apertura delle porte e poi anche sulla plancia, di fronte al passeggero anteriore: contribuiscono, anche al buio, a farti sentire a tuo agio. Cruscotto completo e di facile lettura e classico trip computer di tutte le Fiat di metà anni Duemila: monocromatico, ma molto ampio e leggibile, oltre che completissimo nelle informazioni fornite. Di buona fattura anche l'impianto di climatizzazione, del tipo automatico bi-zona e buona pure la resa di radio e lettore cd-mp3 con porta usb alloggiata in un piccolo vano posto d'avanti alla leva del cambio. Efficiente e di facile configurazione il sistema Blue&Me Nav (con comandi al volante e predisposto per accogliere anche il TomTom con attacco integrato sulla consolle) per connettere in Bluetooth il telefono: al giorno d'oggi, ciò rappresenta lo standard minimo di pressoché tutte le auto in produzione e tutte le concorrenti diretta della Punto offrono decisamente di più in termini di multimedialità, infotainment e connettività, ma comunque è da apprezzare l'estrema semplicità d'impostazione e impiego di tutto il sistema. Appena sufficiente la disponibilità di vani portaoggetti: non mancano portabicchieri e piccoli vani per ospitare spiccioli e piccoli oggetti, ma il cassetto portaoggetti d'avanti al passeggero è davvero piccolo e poco sfruttabile. Ciò stride con la plancia che, come detto, si fa notare per la sua notevole profondità. Altro difetto, secondo me più grave, è l'eccessiva vicinanza della leva del cambio alla gamba del guidatore quando sono inseriti il primo e il secondo rapporto: davvero fastidioso, almeno nel mio caso, il continuo contatto con leva e, a maggior ragione, con la mano che la manovra. Nella guida veloce, non è affatto piacevole dover spostare un po' a sinistra la gamba destra per effettuare una scalata in seconda. Comunque, i difetti finiscono qui: nel complesso, un ottimo abitacolo con ormai qualche anno sulle spalle.Alla guida - Lo confesso: accendendo il motore di questa Punto Evo, la mente è tornata a quella mia Punto 2 acquistata nel 2000, anche lei equipaggiata con lo storico Fire 1242 8v (erogante in quel caso 60 cv). In parte, ho ritrovato lo stesso comportamento: un motore abbastanza plafonato, con una buona coppia ai regimi bassi, pensato essenzialmente per la guida urbana e per trasferimenti extra-urbani guidati con tranquillità. Intendiamoci, che sia un Fire lo si vede comunque, perché non disdegna di allungare fino a 6500 giri/min (soglia oltre il quale interviene il limitatore) e, soprattutto, perché mantiene una discreta rapidità nel conquistare i regimi intermedi e alti; non è certo un fulmine da guerra, ma merita un grande plauso alla luce del fatto che la messa a punto di questo piccolo aspirato è stata qui tarata sulla coppia in basso (coppia massima a 3000 giri/min). Insomma, considerata la buonissima disponibilità ai bassi regimi, sembra quasi un piccolo miracolo che si sia riusciti a mantenere una accettabile vivacità anche agli alti. Per questo, il piccolo quattro cilindri Fire, aspirato e con distribuzione monoalbero e 8 valvole, merita tre stelle piene. Ne avrebbe meritate pure quattro, se solo fosse riuscito ad essere un po' meno assetato: non ci si dissangua certo, ma una media (su 1297 km soprattutto in percorso autostradale ed extraurbano) di 12,8 km/l è, per un 1.2 che coi suoi 65 cv non si può certo definire pompato, un risultato che oggi sfiora appena la sufficienza. Ottimo, comunque, l'accoppiamento tra motore e cambio: 5 rapporti tutti ben scalati e una buona rapidità di innesto anche nella guida veloce. Non si può dire lo stesso per lo sterzo. Equipaggiato con la classica elettroguida Dualdrive, si mantiene sempre leggero in qualunque condizione. Troppo leggero. E' un comando turistico, poco diretto e rapido quanto basta, ma il suo maggior limite è rappresentato dalla comunicatività: insomma, fa sentire poco e niente la strada sotto le ruote ed è veramente etereo. Non me lo sarei mai aspettato, ma lo sterzo della Panda 2 (soprattutto quello delle Multijet) è nettamente più corposo e comunicativo. Questo è il più grande limite di questa Punto Evo, ed è un vero peccato, perché le qualità stradali ci sono. Pur con gommatura 175/65 su cerchi da 15", la Evo mi ha ricordato tantissimo le notevolissime doti di stabilità e tenuta di quella mia vecchia Punto 2. Purtroppo, rispetto alla sua antenata, ha perso parecchio in agilità (complice il consistente incremento di passo) e soprattutto reattività (a causa di un assetto-materasso che rolla e beccheggia con estrema generosità). In compenso, ha guadagnato tantissimo in confort: almeno con questa gommatura, si viaggia quasi come su un cuscino d'aria. L'impianto frenante (di tipo misto, dischi-tamburi) l'ho trovato sempre pronto ed efficace: nulla da segnalare. Assolutamente conflittuale, invece, il mio rapporto con l'Hill Holder, cioè la partenza assistita in salita. Dopo aver rilasciato il pedale del freno, per due secondi, dischi e tamburi restano bloccati per facilitare la cara vecchia manovra del bilancino acceleratore-frizione. Il problema è che due secondi sono forse troppi e che pinze e ganasce non mollano prontamente dischi e tamburi: più volte mi è capitato di rilasciare la frizione e affondare l'acceleratore e ritrovare la macchina ancora frenata. Roba di brevissimi istanti, ma quanto basta per causare qualche volta lo spegnimento del motore. Utilissimo per chi magari ha qualche difficoltà nelle partenze in salita, ma io avrei preferito che il sistema fosse almeno disinseribile. Mi ero illuso di poterlo disinserire tramite lo stesso tasto che disabìlita l'antipattinamento, ma purtroppo così non è. Eccellente la disposizione e la funzionalità dei comandi primari del devialuci: in particolare, ho apprezzato molto la funzione di sorpasso degli indicatori di direzione: dando un breve tocco verso il basso (per la frecce di sinistra) o verso l'alto (per le frecce di destra), gli indicatori di direzione si accendono solo per qualche secondo, giusto il tempo necessario per segnalare il cambio di corsia in autostrada, per poi spegnersi automaticamente. Tirando le somme, una buona guidabilità, un po' penalizzata da uno sterzo non all'altezza del telaio e da un assetto votato esclusivamente al confort.La comprerei o ricomprerei? - Se questa domanda mi fosse stata posta quattro o cinque anni fa, penso avrei risposto di sì, che l’avrei acquistata. La generazione Grande Punto è da apprezzare per la pulizia stilistica e per le sue grandi doti di guidabilità. A dieci anni suonati, però, mi sembra che le sue linee non siano invecchiate bene. Ciò nel senso che rischiano seriamente di risultare noiose e prive di brio, carenti di originalità. Ciò vale all'esterno e vale ancor di più per gli interni. E' una buona auto, onesta e che sa fare molto bene il suo dovere, ma, oggi come oggi, cercherei un'utilitaria più frizzante e sfiziosa. Sicuramente mi orienterei su una Peugeot 208. In ogni caso, anche acquistando una Punto, certamente scarterei il 1.2 Fire e opterei per quel piccolo gioiello che è il motore 1.3 Multijet 16v oppure mi lascerei tentare dalla curiosità di vivere qualche anno con uno 0.9 TwinAir.

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